Nei giorni scorsi hanno fatto discutere le immagini del presidente ucraino Zelensky e di sua moglie Olena pubblicate su Vogue. Gli scatti – realizzati dalla nota fotografa Annie Leibovitz – hanno suscitato molte critiche in chi le ha ritenute inopportune ed incompatibili con la guerra che si sta combattendo contro l’invasione russa.
Attenzione alta per conflitto in corso
In realtà non è difficile ipotizzare che il presidente ucraino, ben conscio del potere dei media, abbia voluto utilizzare questo espediente per mantenere alta l’attenzione del pubblico sul conflitto in corso, che dopo tante settimane aveva raggiunto una sorta di livello di saturazione tale da non suscitare quasi più nessuna reazione alle notizie di bombardamenti, battaglie e violazioni dei diritti umanitari.
Da che mondo è mondo le guerre si combattono anche con le parole, il re spartano Leonida o il generale francese Cambronne in fondo sono più noti per le loro frasi ad effetto che per i meriti militari, e non tutti sanno che dal secolo scorso il morale delle truppe e della popolazione è sempre più massicciamente supportato da slogan e campagne di comunicazione ad hoc.
Meno comizi e più campagne social per le Elezioni politiche 2022
Questi principi saranno applicati, sia pure con i necessari distinguo, anche nella campagna elettorale che stiamo già vivendo e che sarà necessariamente caratterizzata da meno comizi in presenza e più campagne sui social.
Ci sarà chi si affiderà ancora alla virulenza delle parole ed a slogan ai limiti del turpiloquio come accadeva nei V-Day grillini e nella Lega bossiana, ci sarà chi adotterà un atteggiamento più dimesso e felpato, di certo vediamo già tornare citazioni che vellicano l’immaginario collettivo, programmi più o meno velleitari, tentativi di proselitismo che alimentano paure e speranze in un elettorato sempre più smarrito, confuso e disilluso.
Il 26 settembre forse sapremo chi ha vinto, scopriremo chi è riuscito a convincere gli elettori e chi ha vinto la sua battaglia elettorale, sino ad allora sarà sempre bene ricordare che in qualunque tipo di conflitto, armato o non, fisico o intellettuale la comunicazione gioca un ruolo fondamentale perché: “ogni scontro comincia con le parole, la maggior parte degli scontri non va oltre le parole”, come acutamente notava Antonio Franchini.